19/04/13

L'uomo del telefono #2

"Hai fatto come ti ho detto?"

E' notte, e la sua voce riesce a smuovere le corde più intime del mio corpo. 

Non so nulla di lui. Tranne che è un bastardo. Non so nulla, tranne che mi basta sentirlo per precipitare in un vortice di emozioni contrastanti: desiderio e rabbia; ribellione ma al solo scopo di venire costretta ad ubbidirgli. 

"Neanche con una pistola piantata in fronte." 

Mi aspetto uno scatto d'ira, invece scoppia a ridere, una risata calda, persino contagiosa. 

"Lo sapevo che sei una puledra di razza, bimba. L'ho capito come ho sentito la tua voce. Potresti resuscitare i morti, con quella voce. Non è la voce di una sciacquetta qualsiasi, ma di una femmina abituata a far girare gli uomini sulla punta delle dita e ad ottenere quel che vuole." 

"Accidenti, un modo alquanto elegante per darmi della troia. Devo proprio complimentarmi con te, Voce Profonda. Prima ti improvvisi in psicologo da due lire, ora provetto semiotico. La prossima volta che mi chiamerai cosa tirerai fuori, dal cilindro?" 

Ecco, il sarcasmo. La mia arma. L'unica che riesca ad utilizzare, contro questo sconosciuto, che in realtà mi pare di conoscere da sempre. 

"Voce Profonda?" 

Ride ancora, come se il mio sarcasmo ed il tono pungente della mia voce non l'avessero minimamente scalfito. 

"Mi piace Voce Profonda,  perchè è proprio in profondità che voglio arrivare, con te, bimba. Ma non svilirti così. Troia lo hai detto tu, non io. Per me tu sei una femmina con la F maiuscola, a differenza della maggioranza delle donne, che si nascondono dietro falsi pudori e moralismi ormai superati da secoli, e che non sanno neanche cosa significhi godere." 

Non dico niente. Che cazzo si può rispondere ad un simile presuntuoso, che per altro ha il potere di farmi desiderare solamente di lasciarlo parlare e condurmi dove vuole lui?

"Ascoltami bene, bimba. Perchè te lo dirò adesso e poi più. E non amo per nulla dovermi ripetere. Te lo posso anche concedere, un atto di disubbidienza. Ma al secondo io sparisco. E tu torni a cercare quel Roberto del cazzo, di cui non ci frega sega nè a me nè a te. E ad annoiarti." 

Ancora una volta sto zitta. Lui sente che ci sono. Lo capisce benissimo perchè respiro affannosamente, ma non gli do la soddisfazione di sentire la mia voce rotta dal desiderio di farmi sporcare da lui. 

"Domani farai quel che ti ho detto. Comprerai un bel vibratore. Per quando ti chiamerò di nuovo. E quando ti chiamerò, la prossima volta, voglio sentire la tua voce di sirena implorarmi di farti godere. Se farai la brava bambina potrei anche concedertelo." 

Click. 

Se n'è andato un'altra volta. 

Senza un saluto.

Lasciandomi sola. 

Con il desiderio. 

Ormai completamente vittima del suo gioco. 

O forse artefice.


...

E' l'alba, amico mio, e la nebbia fra poco verrà scacciata dal sorgere del sole. Abbiamo ancora poco tempo per noi, ma lo userò tutto per rivelarti un'altra tessera del puzzle che compone la mia dannazione. 

Una delle più importanti, per altro. 

La dicotomia che mi squarcia l'anima in due. 

Sempre straziata fra desideri opposti e contrastanti. 

Desidero, fortissimamente desidero essere libera da ogni vincolo, solo per poter venire imprigionata, per poter così fuggire. 

Desidero, fortissimamente desidero ogni piacere, per potermene privare, per poter così godere della sofferenza che mi impongo. 

Lo vedi, come sono crudelmente perversa e dannatamente cerebrale? 

Capisci com'è difficile e al tempo stesso piacevole conciliare tutti questi aspetti di me e vivere ogni istante un tiro alla fune che minaccia di spezzarmi? 

Perversione 
Depravazione
Insania 

Questi aggettivi sono la costante della mia esistenza e tu, oltre la tenda, comodamente seduto sulla poltrona, hai il privilegio di osservarmi mentre li metto a nudo, uno ad uno, solo per te, che altro non sei che la proiezione della mia malattia. (O io sono la proiezione della tua, non fa differenza) 

Sento il tuo sguardo su di me, e ne traggo un insano piacere. Così grande che ormai so di essere diventata tua succube, e di non potermene più privare. 

Perciò continuerò a giocare con te e a mostrarmi... 



Fra luce ed ombra... 


Fra male e bene... 


Fra Demonio e Santità... 














9 commenti:

  1. Certo che io che ODIO la telefonia più d'ogni altra cosa, me ne perdo di occasioni antropologiche... :-))

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    1. Pensa che odio il telefono pure io...

      Ma non ti dirò oltre... altrimenti rischio di spoilerare, e non sarebbe cosa buona :P

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  2. Grazie per esserti unita alla combriccola del Moz o'Clock :)

    Beh, raccontini un po' piccanti da queste parti, eh! :)

    Moz-

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    1. Prego. Mi ha incuriosita, ma ancora è un prematuro dire se rimarrò a lungo dalle tue parti :P

      E riguardo al piccante... direi più agrodolce ed angosciante. Il sesso fa parte della vita, ma è solo un modo per permettere a chi osserva, là fuori, di capire una mente. Se avrai voglia di seguirmi, o di andare indietro, scoprirai che non c'è solo questo :)

      Quindi rimetti in tasca gli ormoni, per favore :)

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    2. Ahaha, e cosa ti avrebbe incuriosito? :)

      Comunque, appena ho due minuti, mi girovago il tuo blog magari nei post ad ormone zero ;)

      Moz-

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    3. La veste grafica, una certa caoticità che trasuda un po' ovunque, ed una sorta di auto-ironia che mal si adatta ad un elevato tasso di testosterone ;)

      Ma come già detto è un giudizio prematuro, devo valutare ancora a fondo :)

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    4. Beh, è semplicemente un diario di un eterno dodicenne XD

      Moz-

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    5. Beh... io eterna bambina che non vuole crescere... direi che iniziamo ad essere in molti in età da asilo, qua dentro ;)

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    6. E secondo me siamo persino più maturi di certi altri che sono giorni che cercano di eleggere qualcuno e non ci riescono...

      Moz-

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