12/07/14

Alla memoria...




E così anche Tommy ci lascia, e dei "fratelli" Ramones rimarranno solo note immortali.

Cosa sono, per me, i Ramones?

Sono l'assoluta incoscienza dei primi vent'anni, quando splendi della magnificenza della gioventù inconsapevole di sé stessa e della morte.

Ricordo...

Quattro concerti, un totale di circa sei ore di assoluto abbandono alla frenesia...

Pogare, lasciare che il corpo si muova in mezzo ad altri corpi, finché c'è ancora un filo di energia, e se finisce... ci si può sempre ricaricare, perché noi siamo immortali, potenti, giovani.

Ricordo il primo concerto... Se chiudo gli occhi, ancora rivedo ogni istante speso a prepararmi a quell'evento: i Ramones sbarcavano al Palasport di Modena, per la prima volta.

Era... non ricordo con certezza, 85 o 86, credo.

E per me era un vero e proprio battesimo, abituata più che altro a concerti autogestiti di gruppi italiani, avere la possibilità di vedere, sentire, respirare... i Ramones...

L'intera giornata fu spesa alla preparazione rituale per quell'evento.

Quando varcai la soglia, i miei tre accompagnatori persero qualche anno di vita, tentarono in ogni modo di convincermi a cambiare vestito, poi si rassegnarono a dover trascorrere l'intera serata a farmi da guardie del corpo, visto che per quell'occasione avevo deciso di esporlo in modo alquanto... disdicevole.

Così facemmo l'ingresso al Palasport di Modena, tre punk dallo sguardo truce che fulminavano chiunque posasse lo sguardo su di me, attorniavano la sottoscritta vestita di un costume da bagno, completamente inguainata in calze a rete, appositamente seviziate per diventare pantacalze e maglia, avvolta interamente da un'unica, lunghissima catena, che nasceva dall'anfibio destro e si arrampicava lungo la mia gamba, i fianchi, il collo ed infine il braccio, a cingere il polso opposto. Unico indumento meritevole di tal appellativo: un giubbotto di pelle nero, completamente dipinto con la vernice bianca, pieno di spillette varie.

Trascorsi tutto il concerto sotto al palco, a pochi centimetri dai quattro ragazzacci del Queens (purtroppo anche centrata da qualche sputacchio di Joey), a pogare.

Tenete caldi gli strumenti, ragazzi, che ho intenzione di tornare a divertirmi con le vostre schitarrate!









02/05/14

Regola grammaticale





L'aggettivo "dolce" e il sostantivo "trombata" non possono né devono mai coesistere nella medesima locuzione.
O è una trombata, o è dolce. Sarebbe altrimenti come parlare di un luminoso buio, o di uno zucchero amaro.



18/02/14

(non) Appartenenza


Questo, amico mio, è lo sfogo di chi non vuole essere rinchiuso sotto l'egida di alcuna bandiera.

Non ti parlo mai, in queste pagine, di politica, e non parlo mai dei miei pensieri, se non quelli più intimi e mostruosi, che riguardano solo me.

Ma in questi giorni sto avvertendo il morboso bisogno di conclamarlo al mondo intero.

Ogni mia parola, sia stata vergata qua, in questo luogo in cui la mia identità è "segreta", o pubblicamente, nei miei racconti e nei miei commenti sui social network, è semplicemente contro.

Non ho un'aureola pentastellata, non appoggio la destra, anche se il nero è il mio non colore preferito, e non appoggio questa sinistra, anche se spesso al nero abbino il rosso.

Posso affermare che, in questo mondo, non c'è nessuno che mi rappresenti.

Io sono semplicemente io, con le mie nevrosi, con la mia follia, con il mio edonismo privo di freni.

Unica, diversa, e per tanto SOLA!

Questo è il mio testamento spirituale, e se qualcuno, in futuro, dovesse appropriarsi di quanto io dico o scrivo per farne la propria bandiera ci sarai tu, che potrai smentire e affermare che io ero semplicemente contro.

E come recitava un famoso slogan pubblicitario degli anni 80:

"Fermate il mondo, voglio scendere."






17/02/14

Aforisma #2





Quando la tua bacheca di Facebook inizia a somigliare alla pagina dei necrologi del quotidiano locale è segno che stai invecchiando. 

(O che hai degli amici molto sfigati)

01/01/14

Delirio di inizio anno



Il Vecchione è stato bruciato, il nuovo anno è iniziato. 


E' presto...

Troppo presto...

Io non dovrei essere qua.

Sento il calore del vino, della vodka, del lambrusco.

Lo sento dentro di me, mi scalda, eppure non c'è voglia di festeggiare.

Non c'è nulla da festeggiare.

Il nuovo anno che è appena iniziato non porterà nulla più di quanto non sia già giunto in passato.

Le mie scelte.

Giuste, sbagliate.

Mi hanno condotta qua.

Eppure IO HO SCELTO!

Compreso di essere qua, ora.

Anche se è troppo presto e l'alcool scalda ancora il mio corpo.

E il bicchiere di rum è ancora mezzo pieno.

Brindo a te, amico mio, che fuori dalla finestra mi osservi.

Anche tu non dovresti essere qua, eppure, fedele, stai ad osservarmi mentre tolgo la maschera della festa e riappare il mio vero volto, quello che non mostro a nessuno.

E sotto la maschera di clown ce n'è un'altra.

E un'altra ancora.

E ancora...

E ancora...

E io non so più chi sono.

E cosa ci faccio qua.

Ora.




Lo so, mi ripeto. Ancora Fausto Rossi ad accompagnare i miei post, in questi giorni non sto ascoltando altro e tu, amico mio, sei costretto ad assecondare le mie follie. E' per questo che esisti per cui, anche oggi, ascolterai un brano di un genio. 
Incompreso. 
Forse è per questo che non ascolto altro: in questi giorni un po' gli somiglio anche se io, sicuramente, non sono un genio.




24/12/13

Auguri?




Dato il proliferare di auguri natalizi, non posso esimermi di farli pure io. 

A modo mio.