31/05/13

31*5*99

La giornata è scivolata via nell'assoluta quiete del tempo sospeso, interrotta solo dal ricordo del passato che ha bussato alla mia porta per un aperitivo, per far tacere le voce dei fantasmi che si sono affacciati uno a uno alla mia mente, per ricordarmi di loro e costringermi a parlarne, e brindare alla loro memoria. 

Ieri ti ho raccontato di alcune di quelle vite, di come io raccogliessi il loro dolore, restando in un angolo, osservando senza realmente unirmi alla sofferenza che li distruggeva, assorbendo le loro emozioni e portandole dentro di me, anche oggi, soprattutto oggi. 

E' il prezzo che mi ero imposta per una vita che ho tolto, perché davanti a te, nella nebbia, c'è anche un'assassina, amico mio, ma questa è un'altra storia e non credo te la racconterò mai, perché non c'è vanto nell'essere causa del suicidio di qualcuno che hai amato, neanche se questo qualcuno si è trasformato in un mostro, neanche se ha provato prima a privare te della tua. 

Tutte queste scintille di vita, splendide nella loro fragilità, è come se vivessero in me, e fra tutte ce n'è una, che si spense la notte fra il 30 ed il 31 maggio di molti anni fa, allo scadere del millennio. 

Fragile, sensibile, ferito, piccola stella malata di malinconia, inguaribile ed incurabile. Poeta maledetto della mia generazione, alla ricerca continua di qualcosa che non sapeva trovare.

Troppo grande per questo mondo, troppo fragile per un businnes che lo ha stritolato, divorandolo come farebbe un bambino con una caramella. 

Non voglio vantare ipocrite amicizie, come qualcuno che ancora oggi grida il suo nome da rinomati palchi, e che quei giorni collaborò alla sua distruzione più d'ogni altro. In realtà ci sfiorammo appena, per poco più di un anno, quando lui era l'uomo di mia sorella, ma questo poco fu sufficiente a raccogliere anche la sua, di confessione, e a mantenere un frammento della sua anima dentro di me. 

Non voglio processare chi, per riavere il suo talento, gli mise fra le mani l'arma che l'uccise e da cui stava disperatamente scappando da diversi anni, con incredibili risultati. 
Io non abito nel super attico, e se lassù c'è un inquilino, cosa di cui dubito fortemente, ci penserà lui a stabilire il prezzo delle azioni compiute da ognuno. 

Io mi limito a ricordare chi, più di ogni altro, conosceva quella dannazione che indegnamente cerco di spiegarti, giorno dopo giorno, e di quella maledizione ne è morto. 








Non c’ eri in compagnia... non eri qui 
noi soli... poi sempre più... dov’eri tu? 
per strada, nelle città e nei metrò 
distorti, già morti, per poi rinascere nelle canzoni 

Io c’ ero con chi non esiste più 
e ha pagato il conto per noi! 
c’ ero e non sai che ritornerò 
che cosa sai di come volerò!? 

Perduti, cambiati ma battuti mai 
dispersi ... diversi da metà di voi 
traditi ... feriti qui ... tu sai da chi 
la voce feroce e noi ancora con la testa tra le mani 

ci sono con chi non ci crede più 
e corre contro il vento che c’ è 
sono con chi non ci casca più 
ma nasconde un segno in fondo a sè ... 

... per strada, nelle città e nei metrò 
chi smette e non vuole più suonare 
non doveva cominciare! 

Io sono con chi non sorride più 
e grida per la rabbia che c’ è! 
sono con chi ha una ferità in più 
che fa tanto male ... tanto male ... tanto male! 


Sono con chi non ci crede più 
e corre contro il vento che c’ è 
sono con chi non ci muore più 
con chi non molla perché ormai sa volare!

Maledetti
Massimo Riva



Devi sapere, amico mio, che gli esseri umani si dividono in due razze. Quelli che hanno un graffio sul cuore, e quelli che fingono di non averlo. Quelli che non ce l'hanno, invece, non sono esseri umani, ma fortunatamente si auto emarginano in luoghi dai nomi altisonanti quali Consigli di Amministrazione, Governo, Compartimenti Dirigenziali. Non rischi di incontrarli per strada, insomma. 

Massimino, io, sicuramente anche tu che sei figlio di una mia fantasia, facciamo parte del primo tipo. Sanguiniamo, anche quando facciamo finta che no, va tutto bene, perché va tutto bene, ma a ogni battito del cuore quel graffio si riapre, e anche se è sottile come il taglio di una lametta brucia dannatamente, e sanguina sempre un pochino. 

Non siamo altro che dei delinquenti, ma i nostri crimini sono rivolti tutti verso di noi, non verso la società, e siamo noi stessi giudici, giuria e carnefici dei nostri reati, e la notte, quando cala la nebbia, ci troviamo ad ascoltare il sussurro di ogni nostro fantasma, e allora alziamo il volume della radio, beviamo una birra, andiamo ad una festa, scopiamo. Qualsiasi cosa, per non sentire il mondo che viene a cercarci. 

Riderò di niente
mi berrò le tue bugie.
Sputerò lacrime e sangue, io
non vivrò come vorrei.
Volo nella mia prigione
c'è chi ha scelto per me.
Il destino, bastardo... mi hai tradito.

Un delinquente che fugge da se stesso
sono braccato dalla verità.
Alzo la radio se suona il telefono
sopravvivo qua..
Non pago mai le multe, le bollette
e vivo con il frigo rotto

Venderò i sentimenti
e strozzerò la nostalgia
ma l'utopia.. quella no
quella chi me la porta via!

Mangio pane ed illusioni
mi diverto così.
Il destino bastardo.. mi ha tradito

Un delinquente che fugge da se stesso
sono braccato dalla verità.
Alzo la radio se suona il telefono
sopravvivo qua..
Il conto sempre in rosso, sono un cesso
e tu che mi hai mollato perché russo.

Ma forse sono felice tu cosa ne sai..!
..dentro il mio passato
è già successo tutto ormai!

Mangio pane ed illusioni,
io mi diverto così.
il destino bastardo mi ha tradito...

Un delinquente che fugge da se stesso,
sono braccato dalla verità.
Alzo la radio se suona il telefono
sopravvivo qua...
Trascuro l'esistenza, l'apparenza
e questo senso di impotenza è...
...è come me...
...proprio come me...
...assomiglia a me...

Un delinquente
Massimo Riva










Vedi, amico mio, ti sto parlando di Massimino, ma è come se ti parlassi anche di Lucien, di Willie, di Marco, di me. 

Sto parlando anche di te, cazzo! 

Svegliati, là fuori dalla mia finestra e grida anche tu la rabbia che ti urla nelle orecchie. 

E' la Nausea di Sartre, lo Spleen di Baudelaire, è la mia Dannazione. Non importa che nome gli dai, o come la descrivi. 

E' malattia.

Febbre.

Ansia di vivere. 

E' sangue, che nervoso pulsa nelle vene, e vorrebbe di più, sempre di più. 















L'atmosfera non si rompe, mai
è pericoloso farlo sai!
Oltretutto mi soffoca il cuore
no amore...
non toccarmi in contropelo mai!

Il mio sangue nervoso
scorre deluso
verso un destino fatto così..
Sarò pure sbagliato
...anche malato...
Tendi la mano... credimi
Il mio sangue è nervoso
è tanto nervoso
non toccarmi contropelo...
...mai

L'entusiasmo se n'è andato ormai
forse è meglio se tu te ne vai.
Che oltretutto mi piange un po' il cuore
...però amore...
non toccarmi contropelo, mai!
..proprio mai!

Il mio sangue è nervoso
e mi esce dal naso
verso un destino fatto così..
sarò pure sbagliato
...anche malato...
Tendi la mano... e credimi
Il mio sangue è nervoso
è tanto nervoso
non toccarmi contropelo...
...mai!

Da bambino io guardavo il mare
ora credo che dovrò soffrire!
Oh no, per favore portatemi via...

Il mio sangue è nervoso
e mi esce dal naso
verso un destino fatto così..
Sarò pure sbagliato
...anche malato...
Ma tendi la mano...e credimi
Il mio sangue è nervoso
è troppo nervoso
non toccarmi contropelo..
..MAI!!
Sangue nervoso
Massimo Riva


Sono quattordici anni, ora, che quel maledetto stantuffo ha spinto nel tuo sangue la dose letale. Quel sole artificiale, che non salva dal congelamento, ti ha bruciato, e ancora ricordo alcune parole che col senno di poi sembrano profetiche. 

O semplice, velata anticipazione di un'intenzione. Prima o poi me lo verrai a confessare. 

Per ora voglio ricordarti con la tua più bella favola, uscita postuma. 

La favola di un pilota nazista che stanco dell'odio, della morte e della guerra, stanco di uccidere, diserta, invece che bombardare Londra l'oltrepassa, diretto all'oceano, per volare alle Hawaii. Una favola di speranza. La tua utopia.





Ciao, Massimino, ciao Poeta. 


7 commenti:

  1. Io faccio parte dei cuori graffiati in silenzio.
    Non è da me gridare e piangermi addosso.

    In ogni caso, mi sembra di capire che hai avuto modo di sfiorare la brutta piaga non sono negli anni '80, ma anche nel decennio successivo.

    Mi dispiace un sacco, purtroppo succede e forse davvero non ci si può far nulla.

    Moz-

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    1. Io non mi piango addosso. A volte però grido, e la qual cosa mi è valsa il premio di femmina sclerotica e mestruata in svariati ambienti :P

      Io anzi mi reputo fortunata. Ho conosciuto dei mondi, ho fatto delle esperienze che mi hanno dato molto, mi hanno insegnato tanto, e sono qua a poterle ricordare. Nel mio piccolo niente posso essere la voce di chi non può più parlare.

      In ogni caso, quando frequentavo Massimino io, lui non si faceva di niente, beveva solo birra :)

      Poi si è arreso alla fame ed è tornato nel businnes della "musica che conta", e la pressione lo ha precipitato di nuovo nella droga, ma qua si torna su un discorso spinoso, ho visto e udito cose che voi mortali... e di cui non voglio parlare, per rispetto alla fiducia che mi venne concessa raccontandomele.

      Io non ero neanche a Bologna, quando morì ed era diverso tempo che non lo vedevo.

      Riguardo sfiorare quella piaga, per un certo periodo, nei primi anni 90, fui anche membro di una associazione per il recupero dei ragazzi tossicodipendenti.

      Ne ho conosciute tante, di stelle che si sono spente, e qualcuna che invece si è salvata :)

      E di ognuno di loro conservo un pezzettino di anima, le loro confessioni, i loro racconti, le loro paure.

      Avevano bisogno di qualcuno con cui parlare, e io ero quel qualcuno.

      Come promesso, domani tornerà la Nebbia, ma una volta all'anno, nelle comunità RPG, MMORPG, quest'anno qua, quando arriva questo periodo dell'anno è il momento in cui li faccio vivere tutti, per due giorni, perché se non lo faccio io temo che non ci sia nessuno che ancora dia loro voce.

      E non è giusto dimenticarli.

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    2. Ma hai più che ragione!
      Il blog è tuo, ed è fatto di tue volontà e tuoi ricordi.
      Ci mancherebbe che non parli di loro!

      La piaga della droga è una cosa orrenda, specie per quello che c'è dietro: criminalità e probabilmente anche poteri forti che la immettono sul mercato per soldi e per tenere calmi i giovani...

      Moz-

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    3. Ti stupirò, forse, ma io sarei favorevole alla legalizzazione di ogni sostanza stupefacente, dietro un severo controllo del suo uso, ovviamente. Ma questo potrebbe funzionare in uno stato dove il potere è forte ed è uno, non dove il potere in realtà è occulto e ci sono centinaia di interessi, più o meno leciti, a manovrare i fili.

      Ora te lo passo io il link di un film in streaming: "Dimenticare Palermo".

      http://www.nowvideo.ch/video/008b27d23380a

      E' un film veramente bello, se hai un po' di tempo guardalo. Parla proprio di questo argomento.

      Riguardo il resto, la situazione che ho dipinto riguarda anni che ormai non sono più. Oggi è tutto molto diverso. L'eroina ormai è una droga fuori moda, per fortuna, e certi farmaci, un tempo distribuiti a chiunque, ora non sono più in commercio.

      Sono arrivate nuove droghe, forse anche più spaventose, ma ora, alla mia età, mi è più difficile avere contatti diretti con le nuove stelle perdute nella disperazione di questo mondo che non sa dare una dimensione ai giovani.

      In ogni caso ho assolto al dovere che mi sono imposta anche per quest'anno. Adesso, per 364 giorni, i miei fantasmi mi terranno compagnia in silenzio, e voi non li sentirete più :P

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    4. Dimenticare Palermo lo conosco, come film! :)

      Io non legalizzerei tutte le droghe, ma il vero problema è cosa succede alla gente che si droga (ma anche che beve!), perché può diventare un pericolo per il prossimo!!

      Moz-

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  2. Belli e intensi i tuoi racconti filtrati dalle esperienze dirette o indirette di vita.Mai piangersi addosso,al limite farlo una volta,da solo se possibile,per imprimere il proprio sigillo.Ho vissuto quegli anni,camminando ai margini,dentro e fuori contemporaneamente,ed ho visto amici non reggere alle lusinghe della fata bianca e,per fortuna, altri guarire dalla mancanza di proprie ali.
    Buona giornata :)

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  3. Camminare sulla linea sottile che divide sanità da malattia.

    E' difficile, però. Tu come fai a restare sano?

    Imprigioni l'angoscia nei tuoi lavori? :)

    Buona giornata a te!

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Siccome sono estremamente generosa, ho deciso di permettere anche agli utenti anonimi di commentare. Dati gli argomenti trattati, capisco che molti non vogliano mettere il loro nome, qua sotto, e per questo offro questa possibilità. Questo però non significa che abbiate la licenza di scrivere ogni cosa vi passa per la testa. Gli insulti gratuiti, ad esempio, verranno cestinati. Faccio affidamento sul vostro buon senso. E siccome questo è il MIO mondo, e qua vigono le mie regole, l'unico giudizio insindacabile ed inappellabile su cosa rientri nel buon senso spetta a me. Tutto quello che, a mio modesto parere, è spazzatura, verrà impietosamente cestinato. Mi riservo anche di ritornare sui miei passi, se la mia fiducia nel genere umano si dimostrasse mal riposta.