27/11/13

Non è semplice


"Sarebbe tutto molto più semplice, se ammettessi quello che vuoi."

La sommamente rompipalle Vocina torna alla carica, come al solito, approfittando di un mio momento di disattenzione.

"Lo farei anche, se solo sapessi cosa voglio realmente."

Le rispondo, sfinita per le sue continue insinuazioni.

"Ma tu sai perfettamente cosa vuoi, è che sei troppo vigliacca per ammetterlo."

"E smettila di rompere, se dice che non lo sa non lo sa." Dalla gabbia in cui la tengo rinchiusa Sophia, o, come preferisce lei, Psiche, ribatte rabbiosa, perennemente arrabbiata con il mondo intero.

"Ha ragione la bestiolina nella gabbietta. Sei solo una pedante, bigotta rompicoglioni." Rincara la dose Orea, incapace di tenere la bocca chiusa almeno una volta, costantemente provocatoria.

"Se davvero ti piace tanto, la piccola, adesso apro la gabbia, così potete fraternizzare meglio."

Provo ad urlare un "no", ma la voce è soffocata dallo sbigottimento che mi ha assalita a vedere le coinquiline del mio condominio cerebrale litigare fra loro come teppistelli, e non faccio a tempo a fermare Vocina che, rapida, apre il chiavistello che assicura la porta della gabbia in cui tengo rinchiusa la parte più rabbiosa delle tante me.

Immediatamente, accompagnandosi con un grido famelico, Sophia (o Psiche, come preferisce lei) si avventa su Orea gridando:

"Chi è che sarebbe una bestiolina?"

Norma, dal canto suo, non è capace di tenersi fuori dalla mischia, e improvvisamente il condominio si tramuta in una rissa da stadio, groviglio di arti, capelli, unghie e denti che non lesinano colpi bassi.

In un angolino, ben nascosta, c'è l'altra me, quella più fragile e delicata, che si nasconde. Non ha il coraggio di parlare, né di intromettersi nella mischia, semplicemente trema, nell'ombra, pregando che nessuna delle sue sorelle si accorga della sua presenza.

Le lascio litigare e me ne vado a dormire, che facciano quel che vogliono, io non voglio altro che silenzio.



Lui è davanti a me.

Un qualsiasi signor nessuno, dall'aspetto qualunque.

Non mi tocca, ma lo sguardo castano mi preme contro la parete alle mie spalle, così forte che non riesco quasi a respirare.

Non ci sono parole, in questo attimo, non servono parole quando quegli occhi da demonio già dicono ogni cosa.

La mano destra si alza fino al mio viso, lo sfiora fino a scivolare sul mio collo, cinge la mia gola, ferma, decisa, ma non violenta.

Non serve neanche la forza, finché rimango immobile, bambola fra le sue mani.

La sinistra scorre sul mio corpo senza gentilezza, sui miei seni, fino a fermarsi fra le mie cosce.

Si avvicina al mio orecchio con le labbra.

Mi sveglio di colpo, madida di sudore, tamburi suonano nelle mie orecchie, sapore metallico di sangue che scivola nella mia gola, la Vocina che ancora rimbalza nella mia testa, all'infinito.

"Sei sicura di non sapere cosa vuoi?" 

"Sei proprio sicura di non sapere cosa vuoi?"

"Sei ancora sicura di non sapere cosa vuoi?"





11/11/13

Nebbia









Ci sono momenti in cui la nebbia è così fitta che quanto è celato al suo interno rimane un mistero.
Tanto fitta da avvolgere quanto nasconde come in un freddo, umido sudario.
Ciò che è segretamente custodito muta e c'è un momento in cui come crisalide squarcia il velo.
Adesso non è quel momento.
Non ancora.



...




Non so cosa sia successo sta notte ad Antonio Bay,
dalla nebbia è uscito qualcosa che ha cercato di distruggerci
e improvvisamente è svanito. 
Ma se tutto questo non è stato solo un incubo
da questo momento nessuno andando a letto sarà più sicuro di risvegliarsi vivo.
A tutte le barche al largo che ricevono la mia voce io dico
tenete d'occhio il mare,
scrutate l'oscurità,
la nebbia è in agguato.

Jhon Carpenters 
"The Fog"     
1980